Ugo La Pietra
Pensare ad un arazzo è stato per noi pensare ad Ugo la Pietra.
È stato un movimento riflesso quanto involontario, come la trama che non può non incontrare il suo ordito.
Un arazzo è trama e ordito.
Verticale e orizzontale.
E cosi per noi la storia di Ugo la Pietra, nelle sue continue invenzioni, è simbolicamente un farsi arazzo.
Ugo ha sempre intrecciato una dimensione continua dell'ideare che cerca il fare, del pensiero che cerca la materia, del guizzo lampo intuizione che si inserisce nella fisicità delle mani.
Un rinascimento vero, il suo, che ha anticipato, e continua a farlo, vecchi e nuovi temi, oggi centrali ad ogni latitudine. Arte, artigianato, progetto, città, dignità, lavoro, futuri, materia, periferie, bellezza, architettura, urbanistica estetica.
Ugo la Pietra è un utopista progettuale che persegue utopie reali, con il segno della matita, con le parole, con vetri o ceramiche. Non importa.
Ha elevato le mani degli artigiani spingendoli in aree semantiche sconosciute, riconoscendo loro, sempre, il valore di una sapienza e della loro tradizione. Che spesso ha rinnovato e rilanciato. Sempre con le armi della gentilezza, dell'ironia e della spiegazione maieutica.
Ugo è una persona generosa e mite che attraverso il fare e il produrre ci insegna e ci spiega, senza pregiudizi. Ci racconta la sua esperienza e le sue visioni, e cosi facendo ci migliora come un maestro.
Realizzati da mani sapienti e in un luogo di poesia manifatturiera, questi sei arazzi sono unici ed irripetibili, come il loro autore.
Gea Politi e Cristiano Seganfreddo